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Rappresenta uno dei più pericolosi ectoparassiti degli allevamenti avicoli ed a volte, a causa dei numerossisimi piccioni che infestano città e campagne, viene a contatto anche con l’uomo.

L’acaro rosso, dotato di 8 zampette può raggiungere i 0,7 mm di lunghezza.
La sua presenza massiccia, soprattutto a carico delle galline ovaiole arreca ogni anno pesanti ricadute sulla produttività degli animali. Diffuso in tutto il mondo, è riconosciuto il suo ruolo di importante vettore di diversi patogeni virali e batterici. In condizioni ottimali compie l’intero ciclo vitale in una settimana.

L’acaro si nutre del sangue dei volatili, sia nelle forme giovanili che da adulto, in quanto la femmina necessita di proteine per fare maturare le proprie uova. Passa la maggior parte della sua esistenza nascosto in vari pertugi presenti nell’allevamento e solo durante le ore notturne si muove alla ricerca dell’ospite su cui nutrirsi, ma sul quale non dimora a differenza di altri acari ornitofili che completano il loro ciclo vitale sull’animale di cui si nutrono.
Le ovaiole attaccate manifestano insofferenza, irritabilità, diminuzione della produttività e in casi estremi, con pullulazioni massicce dell’acaro, dall’anemia fino alla morte.

La femmina misura circa 1mm di lunghezza e può apparire grigia oppure rossastra dopo il pasto di sangue. Dopo avere effettuato il pasto di sangue depone durante la sua esistenza fino a 35 uova nelle vicinanze degli ospiti. Esse si presentano di forma ovale biancastre di circa 0.4 mm che si schiuderanno nel giro di 3-4 giorni.
Le larve non si nutrono, e sono caratterizzate dall’avere 6 zampe, ma dopo avere svolto la prima muta e divenute ninfe di prima età con 8 zampe cominciano a ricercare il pasto di sangue. Dopo una successiva muta, ninfa di seconda età, l’acaro raggiunge la forma adulta con una terza muta. In situazioni ottimali l’intero ciclo può concludersi in 7 giorni.

Sebbene l’acaro non sia in grado di riprodursi nutrendosi di sangue di mammiferi, essendo legato strettamente ai volatili, le loro punture provocano pomfi pruriginosi ed in casi estremi, reazioni allergiche violente dovute alla loro saliva.